Continuano gli interventi sulla questione della antenna di Aramo, l'ultimo di Omero Nardini, spesso completamente distaccati dalle norme di legge oggi vigenti, con ripetuti attacchi al sindaco Giurlani e al comune.
In questo contesto ,poi, è veramente curioso che molti intervenuti dopo aver detto che le attuali norme sulla telefonia mobile di fatto esproprino i comuni di ogni possibilità di veto, poi riversino comunque sull’ente stesso la responsabilità finale.
È quindi necessario oltre che opportuno ripercorrere l'intera vicenda e la successione degli atti che sono stati emanati.
Intanto è doveroso ricordare che le attuali norme non hanno emanato nessun elemento di tutela paesaggistica e quindi su questo aspetto valgono solo i vincoli ambientali delle Sovrintendenze e purtroppo Aramo non rientra nelle aree soggette a queste tutele.
Venendo al cosiddetto atteggiamento "incerto" del comune, dobbiamo ammettere che l’ unica e vera responsabilità è stata quella di una mancata e tardiva comunicazione dell'avvio del progetto di installazione dell'antenna alla popolazione.
Il comune, come affermato dal sindaco Giurlani in assemblea, ha emesso, al contrario di come viene detto, un provvedimento di blocco in autotutela che ha sospeso il primo provvedimento autorizzativo, mai ritirato o sospeso per timore di ricorso al Tar da parte di Wind, e riemanato solo dopo essere stato rimosso il "vizio di forma" individuato.
Poi, effettuata una verifica edilizia, visto che gli aspetti urbanistici sono i soli strumenti rimasti ai comuni, è stato emanato un provvedimento di sospensione dei lavori per difformità riscontrate, sia pure di non grave entità.
Provvedimento che da un lato ha tenuto sospesi i lavori per oltre un anno, dall'altro ha imposto alla Wind alcuni adeguamenti, compresa la schermatura arborea.
Nel contempo si è svolto un confronto con la responsabile della Wind per la Toscana sulle proposte di nuova zonizzazione dell'antenna, individuate dagli abitanti di Aramo. Su questa ipotesi la risposta della Wind è stata netta: abbiamo già speso per questa progettazione e soprattutto abbiamo l'autorizzazione Arpat su questo progetto e nessuno ci può garantire che su un altro progetto non nascano altri problemi, quindi la nostra intenzione è quella di andare avanti su un progetto che ha, messe a posto le richieste del Comune, tutte le autorizzazioni.
Voglio infine precisare che l'antenna non è di 35 metri, come è stato scritto, ma di 22 metri che con gli apparati ricetrasmittenti arriva a 27, sicuramente una altezza di rilievo ma quando si citano i numeri è opportuno riportarli esattamente.
Quella della collocazione delle antenne è questione di grande impatto anche in considerazione della spinta che viene dallo stesso Governo per la copertura di tutto il territorio nazionale della infrastruttura della telefonia mobile, che la stessa pandemia ha reso più urgente e necessaria, tuttavia ritengo necessario che la normativa dovrebbe tenere in maggior considerazione gli aspetti paesaggistici, dando maggior potere ai comuni e non strumentalmente per non fare ma per una maggiore tutela delle caratteristiche ambientali dei propri territori. Questo è il punto vero”
Aldo Morelli, assessore ai lavori pubblici del comune di Pescia