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Il Giuocatore di Carlo Goldoni

 
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Nuova produzione 2024

IL GIUOCATORE di Carlo Goldoni
adattamento e regia Roberto Valerio
con Alessandro Averone, Mimosa Campironi, Franca Penone, Nicola Rignanese, 
Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta Rosignoli,  Mario Valiani
scene e costumi Guido Fiorato
musiche originali Mimosa Campironi
luci Emiliano Pona
produzione Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale

PERSONAGGI E INTERPRETI
Florindo Aretusi, giovane civile, giuocatore: Alessandro Averone
Rosaura, figliuola di Pantalone, promessa sposa a Florindo: Mimosa Campironi
Gandolfa, vecchia sorella di Pantalone: Franca Penone
Pancrazio, proprietario del casinò e amico della vecchia Gandolfa: Nicola Rignanese
Lelio e Agapito, giuocatori: Massimo Grigò
Pantalone de’ Bisognosi, mercante veneziano: Davide Lorino
Beatrice, amante di Florindo: Roberta Rosignoli
Tiburzio, giuocatore di vantaggio e un servitore: Mario Valiani
ph Ilaria Costanzo
video Lorenzo Marianeschi 

Dopo il successo di Zio Vanja nella stagione 2022/2023 e Tartufo, Il Vantone, Casa di Bambola e L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, del 2013, Roberto Valerio torna all’autore veneziano, tra i padri della commedia moderna per rivisitare e mettere in scena un testo che colpisce per la sua contemporaneità: Il Giuocatore.
note di regia 
È una delle “sedici commedie nuove” che Goldoni si impegna a scrivere, sul finire del carnevale del 1750, per sfida con il pubblico veneziano, in un solo anno (dando vita ad alcuni capolavori come La bottega del caffè e Il bugiardo). La commedia è un vivido studio di caratteri, tratteggiati con brio e precisione, che compongono il ritratto di un’intera società, con le sue virtù e, soprattutto, i suoi vizi. Goldoni si era proposto infatti il compito di rappresentare un “teatro esemplare” che “svegliasse” dalla fascinazione del gioco. E parlava, come sempre per il più umanista dei drammaturghi, per esperienza personale: egli stesso, confessa nella prefazione dell’edizione a stampa, aveva sperimentato sulla propria pelle “le pessime conseguenze di questo affannoso piacere”, frequentatore assiduo dei Ridotti, locali annessi ai teatri specifici per i vari tipi di gioco, diffusissimi nella Venezia del Settecento. Al centro della commedia c’è Florindo, interpretato da Alessandro Averone, che divorato dalla passione per il gioco perde tutto: i soldi, le amicizie, l’amore della promessa sposa Rosaura (Mimosa Campironi), che pure ama sinceramente, e non esita a promettere di sposare la vecchia e ricca Gandolfa (Franca Penone) pur di ottenere i soldi per giocare ancora e continuare a sognare, come tutti i giocatori di ieri e di oggi, la “vincita favolosa” che gli permetterà di abbandonare il tavolo verde. Tematica di forte attualità che Roberto Valerio ha voluto rappresentare su una scena, ideata da Guido Fiorato, occupata da una grande barca, che traghetta i protagonisti verso avventure e disgrazie, vizi e tentativi di emancipazione, dramma e commedia, spinta da quel dolce e velenoso vento che è l’illusione, di cui sono vittime tutti i personaggi. Insieme a Florindo, Rosaura e Gandolfa Pancrazio, proprietario del casinò e amico della vecchia Gandolfa, interpretato da Nicola Rignanese, Lelio e Agapito (Massimo Grigò), Pantalone (Davide Lorino), Beatrice (Roberta Rosignoli), Tiburzio (Mario Valiani) vivono la fantasia di cambiare vita, di vincere, di diventare famosi, di vedere realizzati tutti i loro desideri, sono accomunati da una radicata incapacità di fare i conti con la realtà. È quindi un mare solo apparentemente calmo quello che attraversa chi è preda di dipendenze, che siano affettive, da gioco d’azzardo, droghe, alcol, sesso o, stando alla contemporaneità, da gaming, smartphone, internet o social network, farmaci: finché è possibile rispondere alla richiesta c’è un apparente equilibrio, non appena scatta l’astinenza si scatena il disagio profondo alla base della dipendenza. L’idea della barca è anche omaggio ad un teatro inteso come viaggio e a Giorgio Strehler, che così lo raffigura parlando del commediografo settecentesco, nelle sue Memorie goldoniane riscritte fra la primavera del 1993 e il Natale del 1997 e mai andate in scena, un atto d’amore verso la teatralità. Nel copione, basato sull’autobiografia, si vede un giovanissimo Goldoni che decide di imbarcarsi da Rimini verso Venezia assieme ad una compagnia di comici, viaggio breve ma che simbolicamente, è l’inizio di un percorso che l’autore porterà avanti per la sua intera esistenza.
Il Giuocatore è un testo magnifico, sempre in bilico tra commedia e dramma, di una modernità sconcertante, una commedia nera che racchiude in sé la possibilità di raccontare con leggerezza i vizi e le ipocrisie dell’uomo, dove la risata sgorga spontanea ma mai in maniera banale. La musica dal vivo, il ballo e le canzoni originali scritte da Mimosa Campironi, interpretate dai personaggi arricchiscono di significato le varie situazioni della commedia regalando allo spettatore uno spettacolo complesso e variegato in cui l’arte antica di Goldoni incontra il contemporaneo.
Uno spettacolo per tutti, divertente e graffiante al tempo stesso, ironico e giocoso, che non tralascia il dramma del protagonista e punta a riscoprire la vera anima di Goldoni, scrittore capace sì di scandagliare in profondità l’animo umano, ma sempre col sorriso sulle labbra strizzando l’occhio alla comicità involontaria di personaggi spesso tragicamente ridicoli.
(Roberto Valerio)


 
 

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