La Biblioteca Capitolare di Pescia trae le sue origini dal testamento del canonico tesoriere Romualdo Cecchi, questi morto nel 1648, lascia tutti i suoi libri al capitolo della prepositura di Pescia, affinché si fondi una biblioteca di pubblica consultazione.
Il canonico lascia anche una somma per l'acquisto di libri e la rendita per il canonico Bibliotecario.
Riconosciuta nel luglio del 1666 con bolla di Papa Alessandro VII (Chigi), nel corso dei secoli ha raggiunto un'unità libraria composta da 11.000 volumi. 42 incunaboli, 580 cinquecentine, 150 manoscritti che vanno ad un frammento di un laudario del XII secolo fino alle lettere di monsignor Angelo Simonetti vescovo di Pescia dal 1908 al 1950.
La sala monumentale è ricca di banchi del 600; due mappamondi del secolo XVII.
La volta della sala monumentale è affrescata con pitture ornamentali a sfondato prospettico del pittore lucchese Pietro Paolo Scorzini (1711).
Tra le numerose raccolte che possiede la biblioteca spiccano per qualità e grandezza la collezione di stampe del 500-600 del canonico Andrea Buonvicini e il fondo del senatore avv. Leopoldo Galeotti.
La Biblioteca si trova in via della Cattedrale, 1 - Pescia