Ha avuto eco nazionale, specialmente nel mondo accademico, il convegno di inaugurazione della bellissima mostra fotografica, visitabile a ingresso libero, negli splendidi locali del Palagio di Pescia, dal 30 agosto al 15 settembre.
"Una porta sul futuro", questo il titolo scelto dal comune di Pescia, dal Centro di Documentazione dell'Architettura Contemporanea in Toscana e dal Mercato Fiori e Piante della Toscana, che organizzano e promuovono l'evento, in occasione dei 90 anni del Mercato dei Fiori di Pescia.
"Benvenute sono le ricorrenze e i festeggiamenti che permettono di prefigurare il futuro di chi o di qualche cosa ha trascorso una vicenda lunga e ricca di avvenimenti e che ha segnato nel tempo la storia non soltanto economica di una comunità- hanno sottolineato, in sintesi, i vari intervenuti-. È questo il caso del mercato dei fiori di Pescia, ormai attivo senza interruzioni da 90 anni, in sedi che, per la lungimiranza della classe dirigente locale, sono divenute pietre miliari dell'architettura contemporanea".
Per questi motivi, l'amministrazione comunale ha organizzato il 30 agosto il convegno incentrato su interventi volti a ripensare il passato e a prospettare un cammino verso il futuro. Un convegno che intendeva essere anche il momento inaugurale di una mostra piacevolmente allestita su questo tema (Palazzo del Podestà, 30 agosto -15settembre, piazza del Palagio), ricca di documenti soprattutto iconografici, già raccolti per due passate ma recenti iniziative. La prima, voluta dall'amministrazione comunale e svoltasi sempre al Palagio nel giugno 2017, era dedicata all'architettura dei mercati dei fiori pesciatini, la seconda, organizzata dal Mefit (Mercato fiori piante Toscana) il 23 giugno di questo anno, aveva preso in considerazione il mercato quale punto di incontro indispensabile per gli scambi di compra-vendita di un prodotto che nel '900 ha portato grande ricchezza nel Pesciatino.
"Molto opportuna appare- hanno dichiarato i vari studiosi che hanno preso la parola durante l'evento- quindi questa scelta fatta dall'assessorato alla cultura di proporre ora una sintesi di questi due eventi e di fare il punto di una
situazione che coinvolge la città tutta, presupponendo la valorizzazione di strutture architettoniche atte anche a funzioni che vanno al di là della pura commercializzazione dei fiori".
"Una porta sul futuro per i 90 anni del Mercato dei fiori di Pescia" è il titolo di quest'ultima iniziativa che ha riscosso, nella giornata inaugurale, un successo non solo a livello locale, avendo attratto numerosi persone provenienti da località non sempre vicine. Studiosi operanti in varie sedi universitarie, quali Firenze, Pisa, Bologna, Parma, Molise, inoltre, hanno fatto giungere il loro plauso a sostegno dell'iniziativa. Al convegno ha portato il suo saluto il vescovo di Pescia, monsignor Roberto Filippini.
Le relazioni, introdotte e moderate dall'assessore alla cultura Guja Guidi, hanno riguardato in primo luogo, il mercato dei fiori inteso come opera di architettura. Ne ha parlato Ezio Godoli, già professore di storia dell'architettura moderna e contemporanea di Firenze e ora presidente del CeDACoT (Centro di documentazione per l'architettura in Toscana), costituitosi recentemente a Pescia, in quanto qui sono presenti due strutture di indubitabile valore - quella del "vecchio" e quella del "nuovo" mercato -, ben note anche all'estero. Godoli ha ripercorso la fortuna critica del mercato progettato nel 1950, che ebbe un inizio proprio a livello internazionale, e ha inquadrato l'opera sotto il profilo culturale, definendola come frutto maturo della scuola capeggiata da Giovanni Michelucci. Del secondo mercato, progettato venti anni dopo da Savioli e colleghi, ha anche messo in evidenza l'innovazione che questo ha presentato anche a livello strutturale. La polifunzionalità di queste due strutture, la prima delle quali presuppone un attento intervento di restauro, teso a non alterarne le peculiarità, è comunque - a parere di Godoli - un punto di forza che Pescia deve sfruttare per far vivere in futuro questi due esempi celebrati dell'architettura novecentesca in Toscana.
Claudia Massi, storica dell'architettura, curatrice della mostra tenutasi l'anno passato sui concorsi nazionali che portarono alla realizzazione dei due mercati pesciatini dei fiori, ha richiamato l'attenzione si contributi apparsi sul catalogo della mostra stessa. Qui sono raccolti i lavori originali di studiosi italiani e stranieri, quali per esempio François Burkhardt, già direttore del Centro Pompidou di Parigi e Hans Kollhoff, architetto tedesco di gran fama in Europa, che hanno allargato notevolmente lo sguardo sul tema in oggetto, grazie anche alla documentazione inedita recuperata e, almeno in parte, restaurata ed esposta nella mostra. Alla conclusione del convegno, una testimonianza sul concorso per il nuovo mercato è stata portata da uno dei protagonisti toscani dell'architettura contemporanea, Paolo Riani, operante per lunghi anni all'estero.
Al mercato visto come servizio pubblico per la commercializzazione all'ingrosso dei fiori pesciatini ha portato un contributo Galileo Magnani, già professore presso l'Università di Pisa e ora accademico dei Georgofili. Alla luce di nuove ricerche in archivio, Magnani ha dimostrato il ruolo importante che l'istituzione del mercato, voluta nel 1928 da alcuni operatori del settore, ha avuto per lo sviluppo della floricoltura non soltanto pesciatina, prima e subito dopo la Seconda guerra mondiale. Il mercato dei fiori si è infatti posto come elemento trainante, come cabina di regia, per alcuni decenni cruciali per questa importante attività produttiva. Ha ricordato in particolare le iniziative per la protezione della identità locale, per la divulgazione tecnico scientifica per la promozione in Italia e in Europa di un'attività che ora vive un indubitabile momento di crisi.
Nei confronti della situazione attuale del mercato di Pescia si è espressa la voce di Fabrizio Salvadorini, direttore del Mefit, istituzione nata nel 2012, servizio pubblico messo a disposizione di operatori appartenenti a varie categorie. Salvadorini si è detto convinto che il Mefit, grazie anche agli spazi attrezzati che lo caratterizzano e al fatto che è oggi una modernissima piattaforma logistica, contribuirà al rilancio di un'attività produttiva tradizionalmente importante per l'economia del pesciatino.
Molto attese sono state le conclusioni del sindaco, Oreste Giurlani, il quale ha sottolineato l'importante scelta fatta dal Comune di assumere nuovamente la gestione del mercato che nel 1990 era passata al Comicent, cui seguirà a breve il recupero funzionale del vecchio mercato dei fiori concepito come piazza protetta e coperta per i giovani e giovanissimi pesciatini. Uno spazio che ospiterà anche parte della biblioteca, adeguata alle nuove esigenze di fruizione del servizio. Un luogo da reinventare ogni giorno, dove potrà avere sede una sezione della biblioteca , laboratori e una sala di registrazione. Un luogo di cultura e una porta sul futuro.
Proprio il futuro del mercato pubblico dovrà partire da un'attenzione particolare alle necessità degli utenti, in modo tale da predisporre strategie atte a far sviluppare il lavoro delle aziende produttrici, che nel comprensorio hanno ancora una discreta consistenza. Inoltre Giurlani annuncia che quest'anno l'amministrazione comunale intende presentare il piano nel quale sarà definita l'ampiezza che il comparto agricolo, e quindi il settore floricolo, dovrà assumere. Per cui si potrà avere un'idea della mole di lavoro a cui il mercato andrà incontro. D'altra parte è ipotizzabile che lo spazio necessario alle necessità per la commercializzazione dei prodotti floricoli rimarrà anche in futuro in eccesso. Liberando per esempio la platea dall'attività di compravendita dei fiori e delle piante, tale area, unica in Toscana per ampiezza e attrezzature, potrebbe assumere inedite funzioni e accogliere progetti anche internazionali di grande rilievo.