Il passaggio sotto l'egida fiorentina, avvenuto il 6 Febbraio 1339, indusse le autorità pesciatine ad eleggere, quale protettrice della città, Santa Dorotea, che il calendario liturgico ricordava proprio quel giorno.
In onore della santa, fin dall'anno successivo furono indette solenni celebrazioni religiose e organizzate alcune feste popolari di cui il Palio dei Berberi (detto Bravìo) era quello più spettacolare.
Tra alterne vicende, questa tradizione equestre andò avanti fino al 1526, allorquando, sia per il mutare delle mode, sia per problemi legati alla sicurezza dei cittadini, cessò definitivamente.
Al suo posto, anche se in forma non ufficiale, fu preferita la Giostra del Saracino, alla quale, naturalmente, partecipavano solo i giovani rappresentanti delle famiglie nobili locali.
Visto il successo, nel 1596 fu deciso dal Comune di far effettuare questa gara ogni anno in occasione dei festeggiamenti per la Santa patrona e così, anche se un po' a singhiozzo, si andò avanti fino al 1677, anno in cui, per mancanza di concorrenti, la giostra finì.
In epoche più vicine a noi furono diversi i tentativi per dare nuova vita alla tradizione, ma ormai era troppo tardi.
Nel 1978, con l'intento di far rivivere il nobile passato di Pescia, un apposito comitato decise di riproporre la manifestazione paliesca, ma, in considerazione del mutar dei tempi, alle aste e ai cavalli, si preferì l'uso di archi e frecce.
A gareggiare sarebbero stati i rappresentanti dei quattro rioni di Ferraia, San Francesco, San Michele e Santa Maria, quartieri di cui si trova menzione negli statuti comunali fin dal 1340.
La manifestazione odierna ha luogo non più nel giorno dedicato alla Santa patrona, bensì la prima domenica di Settembre, avendo ritenuto questa data più favorevole per il clima e per l'aspetto turistico che la città assume al termine dell'estate.
I festeggiamenti in occasione del Palio hanno inizio fin dalla settimana precedente con un mercato medievale di Arti e mestieri, animato da tamburini, saltimbanchi, giocolieri, mangiafuoco, nobili, armati, popolani in costume e giochi medievali.
Nell'occasione possono essere gustati i piatti tipici della tradizione locale, che poi saranno riproposti dal lunedì al giovedì in occasione delle cene "propiziatorie", allestite dai dirigenti rionali in angoli caratteristici e particolarmente suggestivi della città.
Il venerdì, antivigilia della gara, viene ufficialmente presentato il palio, un drappo dipinto che ogni anno ricorda un fatto storico significativo avvenuto a Pescia.
A prendere in consegna il "cencio" dalle mani del Podestà, al termine di una suggestiva fiaccolata, sono i rappresentanti del rione vincitore dell'edizione precedente.
Questi lo avranno in custodia fino al giorno del Palio.
Successivamente si esibiscono i tamburini, gli sbandieratori, le danzatrici e i duellanti con spade e al termine vengono presentati gli arcieri che daranno vita alla gara.
Poi si procede al sorteggio delle postazioni da cui partiranno i saettanti dardi della domenica.
Nella stessa serata fa la sua comparsa anche la dama pesciatina che, il giorno successivo, rappresenterà la città al concorso nazionale, indetto sempre a Pescia, dal titolo "La bellezza e l'eleganza della donna nel Medioevo e nel Rinascimento". Manifestazione, questa, che richiama decine di belle ragazze con indosso splendidi costumi d'epoca, provenienti da ogni angolo del Paese.
La mattina della Domenica, in Piazza Grande, luogo della disfida, gli arcieri cercano di prendere confidenza con i paglioni di tiro a loro assegnati, scoccando alcune frecce di prova.
Nel pomeriggio della festa il corteggio, formato da circa seicento figuranti in abiti di fogge riferibili al XIV e XV secolo, sfila per le vie della città al suono ininterrotto di tamburi e chiarine fino a giungere nella suggestiva Piazza grande.
Il Palio viene portato sopra un carro particolarmente addobbato, trainato, come vuole l'antica tradizione, da un cavallo.
A scortarlo sono quattro alabardieri al comando del Capitano del rione che lo teneva in custodia.
Due ragazzini, da sopra il carro, lanciano alla folla manciate di nocciole in segno di festa.
Schieratosi il corteggio dinanzi alla tribuna del Podestà, si procede al solenne saluto e alla lettura del bando di sfida.
Poi è la volta dei gruppi di spettacolo (tamburini, sbandieratori, danzatrici e duellanti) e successivamente, al via del Maestro di campo, ha inizio la gara.
Quattro arcieri per rione muniti di archi medievali "Long Bow" hanno tre volée a disposizione per potersi aggiudicare il Palio.
Nella prima volée ci sono da colpire tre bersagli di gesso del diametro di cm 20 disposti a triangolo, più un bersaglio di 7 cm posizionato al centro del paglione.
Gli arcieri hanno a disposizione quattro frecce.
Nella seconda volée sempre tre bersagli di 15 cm più un bersaglio centrale di 7 cm.
Anche qui gli arcieri hanno a disposizione quattro frecce.
Nella terza ed ultima volée ci sarà un solo bersaglio di 10 cm posizionato al centro del paglione e l'arciere avrà a disposizione una sola freccia.
L'atmosfera durante le gare si fa via via sempre più tesa; i figuranti eseguono i loro primi conteggi. Si fanno previsioni per le possibilità di successo e si organizzano improvvise e comunque temporanee coalizioni di tifo tra i rioni.
La classifica della prima parte della gara placa temporaneamente l'eccitazione, che riprende con ancora più vigore quando gli arcieri si apprestano al tiro conclusivo.
Dopo l'attento esame dei bersagli e fatti i conseguenti calcoli, il Podestà annuncia finalmente il nome del rione primo classificato.
Assegnato il Palio si ricompone il corteggio che con un gesto di cavalleresca cortesia, accompagna il rione vincitore alla propria sede tra due ali di folla plaudente.
La città di Pescia sorge in fondo a una valle, a fare da cerniera tra colline e pianure; coperte quelle di oliveti curati come giardini, aperta questa a meridione verso l'Arno e il mare. Il fiume che l'attraversa porta lo stesso nome Pescia, insieme la unisce e la divide, lasciando a destra e a sinistra due nuclei distinti, col ponte del Duomo che da sempre ne fa un solo centro. La città prese il nome dal fiume, storpiando alla latina una parola longobarda, che appunto voleva dire fiume, e al tempo dei longobardi risalgono le testimonianze più antiche di un abitato. A sinistra del fiume le case circondarono la Pieve ora cattedrale, che costituì il fulcro dello sviluppo urbano; sulla riva opposta, un castello, un mercato e una corte feudale stimolarono la disposizione delle case in lunge file parallele alla corrente. Un documento la rammenta nell'anno 742, la Pieve è ricordata nell'anno 951: "Sita loco Piscia". Un documento più significativo del 1084 cita Pescia per un atto rogato in quell'anno: "Prope Piscia maiore iuxta ecclesia Sante Marie in Vico qui nominatur Piscia". Pescia fu città nel tredicesimo secolo, inserita saldamente nell'area d'influenza di Lucca. Gravemente danneggiata nel 1281 dal potente vicino, cui intendeva ribellarsi, si legò a Firenze nel 1339, dopo che fu chiaro il successo dell'espansione fiorentina in Valdinievole. Firenze fu sempre grata alla fedeltà dei pesciatini e li ricompensò favorendo in ogni modo il loro sviluppo. Pesci deve a Leone X, Papa della famiglia dei Medici, l'erezione della sua Pieve nel 1519 in Prepositura, finalmente autonoma nei confronti dei Vescovi lucchesi; deve sempre ai Medici l'impulso iniziale a uno sviluppo economico straordinario, iniziato nel corso del sedicesimo secolo e protrattosi in pratica fino al diciannovesimo, fondato sullo sfruttamento delle risorse agricole, integrato con l'impiego dell'altra straordinaria risorsa costituita dal fiume e dalle sue acque. Sorsero prima setifici e cartiere, poi concerie e ferriere, insieme a mulini e frantoi, tutti mossi dall'energia dell'acqua in caduta: un acqua leggera e purissima, che garantiva alle industrie la bontà del prodotto. Città ricca, Pescia pretese allora ed ottenne nel1699 il titolo di "Città", nel 1726 il passaggio a Diocesi. La prosperità di Pescia "industriale" durò sino all'unità d'Italia. Allora iniziò un lento declino, dovuto al cambiamento dei mercati ed alla concorrenza delle industrie straniere. Pescia reagì allora tornando alle sue origini agricole: le colture specializzate furono la salvezza, prima l vite e l'olivo, poi il fiore ed ora anche le piante. L'olivo è l'elemento che di essa anzitutto colpisce; il suo argento scende dalle vette dei colli ed entra fino dentro i giardini delle case, a testimonianza dello stretto legame fra campagna e città. Oggi agli olivi si accompagnano le serre dei fiori e delle piante, fonte primaria della moderna economia cittadina, che appaiono più giù verso il piano, spesso incastonate fra le case. Per concludere, Pescia fonda la sua economia sui vivai di olivi, di agrumi, di piante da appartamento e sulla produzione dei fiori recisi che esporta con successo in tutto il mondo.
On 6 February 1339, Florence got control over Pescia and the local authorities decided to celebrate this event by dedicating the town to Santa Dorotea, the saint who was named that day on the calendar.
In her honour, from the following year onwards, religious celebrations were proclaimed, and games such as "Palio dei Berberi" (a horse race) were organised.
This tradition went on until 1526 when, due either to problems concerning the security of the population, or to a change in the tastes regarding medieval games in those years, "Palio dei Berberi" came to an end. "Giostra del Saracino" replaced the Palio and only the youngest members of the noble families of the town were allowed to take part in it. This event became very popular and the authorities decided that the game should take place every year in occasion of the religious celebrations dedicated to Santa Dorotea. The tradition came to an end in 1677 because the local population had lost interest in this game.
In the following centuries, on many occasions, people tried to give new life to that ancient tradition, but with little success.
Finally in 1978, the members of a city committee devoted themselves to restore the noble past of Pescia and the traditions attached to it. Instead of horses and spears, the new Palio was characterised by bows and arrows, in the spirit of a more updated re-enactment. The participants would represent the four neighbourhoods in which the town is divided and which have been mentioned in the town charters since 1340. The neighbourhoods are called Rioni and their names and coat of arms are:
SANTA MARIA: a silver key on a red background;
SAN FRANCESCO: a fawn-coloured lion on a blue background
FERRAIA: a golden lily on a red background;
SAN MICHELE: a green dragon on a yellow background.
Each team is composed of four archers with their medieval "Long Bow". The competition is divided into three phases.
In the first phase, the archers have to hit three round targets of 20 cm in diameter, arranged in a triangular shape, plus one target of 10 cm in diameter (called "Paglione"), placed in the middle of the stage. They can use only four arrows.
In the second phase, there are three targets of 15 cm in diameter, plus the one in the middle which is of 7 cm in diameter, and the archers still have only four arrows.
In the last phase, the archer is allowed to use only one arrow to hit just one target of 10 cm in diameter, placed in the middle of the stage.
During the competition, you can hear people shouting loud, supporting their team and sometimes even arguing with someone from another Rione.
Finally, after the count has been made, the Major announces the winning team, and gives the prize ("Cencio") to the leader.
After that, another parade accompanies the winners to the their headquarters.
The town lies in a valley, between hills covered with olive trees in the north, and plains in the south. A river flows through the town and divides it into two parts linked by the main bridge, "Ponte del Duomo". The name of the town dates back to the Lombard origin of the settlement, and refers precisely to the river, called Pescia itself. The original nucleus from which the town developed is on the left bank, where the cathedral stands. Here the houses surround the church, while on the right bank they were built along the river in a long line. On this side you can also find the ancient market square, the feudal court and the castle.
The first document bearing witness to the existence of Pescia as a settlement dates back to 742 B. C., but it was only in the 13th century that Pescia became a town, under the control of Lucca. In 1281, Pescia started to struggle to free itself from Lucca and join the Florentine area of influence. Finally in 1339 Lucca was defeated and Pescia succeeded in establishing an agreement with Florence. From that time on, the city was always loyal to Florence and Florence always protected and helped its ally. Indeed, thanks to the Medici family who ruled over Florence in the 16th century, the economy of Pescia developed, due to a clever exploitation of the most important natural resources of the land: the river and its water. First of all, silk and paper factories were built along the banks of the river, especially up in the mountains; then tanneries and iron foundries were built in the town, and mills (especially oil mills) in the hills. Pescia enjoyed a long period of great industrial prosperity until the 19th century, when a change in the market and the competition with foreign industries caused its decline. In recent times the town has looked back to its rural origins and specialised in the cultivation of olive trees and grapevines, flowers, citrus trees and other plants that today are cultivated and exported all over the world. Indeed, walking around Pescia you can see plenty of greenhouses and beautiful gardens, and understand why it is called the City of Flowers.
Nowadays the Palio does no longer take place on the day dedicated to Santa Dorotea (February, 6th); indeed, because of the weather and the presence of few tourists in that period of the year, it was decided to celebrate the event at the end of summer. The Palio opens on the first Sunday of September, but the celebrations and events related to it begin a week earlier.
A medieval market is organised, with actors dressed up as noble or folk people. There are also jugglers, tumblers and medieval games.
On the days before the opening of the Palio, each Rione organises a dinner to which anyone can participate. The tables are located outside, in a square or in a particularly suggestive part of the neighbourhood, and the dishes are prepared according to ancient medieval recipes.
On Friday, the Palio is officially opened and the new "Cencio" is presented to the citizens. "Cencio" is a painted piece of cloth, representing a significant historical event which took place in Pescia, and every year a new "Cencio" is created. After a torch-light procession, the major of Pescia gives the Cencio to the winners of the last Palio and they will keep it until the day of the competition. Then drummers, flag-wavers and dancers perform in the main square. Finally the archers who are competing on Sunday are presented to the public and lots are drawn for their position during the competition.
The next day, on Saturday night, a beauty contest usually takes place. It is called " The Beauty and Elegance of Women in the Middle Ages and the Renaissance" and it gathers participants from all over Italy, with their beautiful garments inspired to the Middle Ages and Renaissance and sometimes to famous paintings. A jury composed of art and fashion historians will judge the accuracy of the dresses and their similarity with the original ones. Of course Pescia has its representative called "Dama", a girl chosen among others during a previous contest of the 4 Rioni.
Finally, on Sunday, the competition takes place. The setting is Piazza Mazzini, called "Piazza Grande", the main square with the Town Hall and its Clock Tower. The place is prepared during the morning and supplied with 2 stages, one from which the archers will shoot their arrows, the other on which the targets will stand. On one side of the square there are terraces where people can sit and watch the show. Between the terraces and the stages an open space is left for the flag-wavers and the actors to perform before the competition begins.
A long parade of the teams and actors from the 4 Rioni officially opens the Palio: they come from their neighbourhoods and march through the town, to reach the square. The "Cencio" is carried on a cart drawn by a horse, and then placed on the stage according to an ancient ritual. Now the archers, standing in front of the Major and the public will listen to the official announcement of the competition by the "Master of the Challenge," and then watch the performance of the flag-wavers. Then the Palio can officially start.