Al termine di una giunta municipale d'urgenza, straordinariamente allargata alla presenza di dirigenti e funzionari dell'ente, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani ha inviato una comunicazione a tutte le associazioni sportive, sociali, economiche che svolgono attività pubblica per stabilire una comune linea di azione a seguito del decreto legge del governo Conte della serata di mercoledi.
Dopo avere approfondito la questione, anche con l'ausilio delle informazioni che giornalmente sono pervenute dal COC, il centro operativo comunale che Giurlani aveva aperto molto prima che scoppiasse il caso pesciatino, l'organo esecutivo ha stabilito di non procedere ad alcuna chiusura, invitando in modo perentorio tutti a una grande responsabilità nella valutazione delle norme e dei criteri di contenimento della diffusione della malattia.
"Noi concordiamo con quanto è stato stabilito dal governo Conte, ma non crediamo sia giusto chiudere indiscriminatamente le attività- ha spiegato Oreste Giurlani al termine della lunga seduta-. Con la nostra comunicazione vogliamo ricordare a tutti che si possono continuare a svolgere le varie attività, sempre che si osservino le norme igieniche contenute nel decalogo e nelle ultime disposizioni ministeriali. Per questo ci rivolgiamo ai vari gestori dicendo loro che controllino bene quello che succede, evitino assembramenti di persone e se ritengono che la normale attività non risponda ai requisiti minimi richiesti di distanze e protezioni igienico-sanitarie, interrompano subito tutto quanto fino a che queste norme non siano rispettate. Un atto di fiducia nella civiltà dei pesciatini che sicuramente non ci deluderanno nemmeno stavolta. Per esempio abbiamo confermato il mercato settimanale, perché riteniamo esistano le condizioni richieste. Chiaramente anche in questo caso gli operatori usino il buonsenso nella gestione dell'attività stessa".
Questo il testo della comunicazione inviata:
Il Comune di Pescia sul Coronavirus
Fino dalle prime battute, l'Amministrazione Comunale di Pescia ha preso molto sul serio l'emergenza relativa alla diffusione del coronavirus Covid-19, aprendo immediatamente il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile.
Nonostante questa misura sia stata giudicata da qualcuno eccessiva, questo ha permesso di valutare con grande attenzione ogni fase relativa allo sviluppo della malattia, non solo relativamente al caso pesciatino.
Dopo il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di mercoledi sera, che ha di fatto chiuso le scuole, interrompendone l'attività didattica fino al 15 marzo, e introdotto una serie di limitazioni allo svolgimento della vita relazionale delle persone per prevenire il contagio almeno fino al 3 aprile , si è riunita la Giunta Municipale allargata ai dirigenti e ad altre figure professionali dell'ente per stabilire una linea di azione.
Il concetto generale alla base di ogni ambito è che il Comune di Pescia non chiude niente, ma richiama in modo deciso e chiaro ogni gestore alle proprie responsabilità. In altre parole lascia alla valutazione di ogni soggetto se quello che sta succedendo all'interno della struttura che sta gestendo sia conforme o meno alle indicazioni date dal Governo, con l'impegno, in caso negativo, di interrompere l'attività fino a che queste condizioni non sono ripristinate.
Scendendo nel dettaglio, nelle strutture comunali come la Biblioteca, l'Angolo delle idee, il Palagio, l'accesso è consentito per il tempo strettamente necessario a perfezionare un prestito e utilizzare i servizi. Nel caso della presenza di molte persone, il personale dovrà scaglionarne l'accesso in modo da rispettare distanze e criteri di prevenzione del contagio.
Per quanto riguarda l'attività sportiva, sia in strutture comunali che private, lasciando alle singole federazioni sportive la possibilità di regolamentare la parte agonistica ufficiale , per quanto riguarda la parte relativa alla preparazione all' evento agonistico, sia come partite o incontri amichevoli che allenamenti, l'Amministrazione Comunale invita perentoriamente ogni gestore a valutare la possibilità di svolgere l'attività rispettando i criteri minimi di riduzione del rischio di contagio in ogni luogo, compreso gli spogliatoi. Quindi, se le società sportive ritengono di poter adempiere a queste norme, potranno continuare la propria attività, sotto la propria responsabilità.