Per gli storici dell'urbanistica il grande spazio antistante il palazzo del Vicario risale all'anno Mille e risulta il punto generatore dell'agglomerato cittadino, posto sulla sponda destra del fiume omonimo. Alla fine del Duecento, la Piazza aveva assunto un ruolo di primaria importanza nella civica ed era identificata come "Mercatale". Ai primi del XIV secolo, nella parte di levante adiacente alle mura che costeggiavano il fiume, fu realizzata una casa degli spedalieri di Altopascio, segno evidente che questo luogo era ritenuto molto importante sia per la viabilità sia per l'attività commerciale di Pescia. Il complesso è caratterizzato dalla bellissima facciata costellata da importanti fregi robbiani e da finestre in pietra trabeate (oggi sede della Misericordia). Entrando in Piazza Mazzini, si trovano alcuni edifici che per la loro bellezza testimoniano l'importanza di questo luogo. Proseguendo verso nord. si giunge al palazzo comunale, un tempo dei Vicari. Con la ristrutturazione avvenuta negli anni Venti del Novecento, la facciata ha assunto un volto incline allo stile neo-medievale, ma ha perso definitivamente la fisionomia che le era stata conferita dai diversi interventi soprattutto sei-settecenteschi. Al suo interno, di notevole importanza è la sala del Consiglio, posta al secondo piano, con gli affreschi che riproducono gli stemmi dei principali podestà. Nell'ingresso, sopra una porta, si trova una pittura ad olio che rappresenta il ritratto di Domenico Buonvicini, colui che per primo introdusse nella città il gelso "bianco" per la coltivazione del baco da seta. Sulla facciata sono collocati gli stemmi di alcuni vicari che assolsero il loro incarico tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Sulla destra, sottostanti la superba torre civica delle ore, si trovano gli ambienti che un tempo furono adibiti a carceri comunali. Al piano terra del Palazzo si trova la suggestiva "Cappella dei Caduti"; al suo interno, interamente dipinto con decorazioni geometriche alternate a stemmi, si trova la statua che rappresenta la "Libertà alata" di Libero Andreotti.