I pesciatini, "veri", quando devono citare il centro storico, nominano la "Piazza", luogo naturale di scambi commerciali, d'incontro, di giochi, passatempi e di momenti culturali. La "Piazza" è un luogo magico; la sera, dopo una lunga giornata di acquisti, essa diventa un "salotto" e le luci dei lampioni illuminano questo spazio urbano dominato dal fiero palazzo dei Vicari. Ora piazza, ora grande strada, quella di Pescia è una sorta di teatro e così è entrata nell'immaginario collettivo degli abitanti. Talvolta da luogo di passeggio si trasforma in palcoscenico di arringhe e gare medievali. La prima domenica di settembre a metà della piazza si disputa il Palio cittadino. Si entra, com'è consuetudine, da "piè di piazza", cioè da sud, dove si trova l'oratorio dei Santi Pietro e Paolo, detto appunto Madonna di Piè di Piazza. La facciata, nelle sue forme rinascimentali, ricorda le chiese di Filippo Brunelleschi; il disegno dell'architettura è attribuito ad Andrea di Lazzaro Cavalcanti, detto il "Buggiano", allievo del grande architetto fiorentino. La chiesa fu costruita nel 1454 per volere della famiglia Galeotti, ma assunse un valore devozionale prorompente nei primi anni del Seicento, quando, per ordine del Granduca Ferdinando I, vi fu trasportata l'immagine della Madonna che da secoli era collocata nella piccola cappella posta sul ponte di Santa Maria. Nel 1605 fu costruito da Giovanni Zeti, 1557 — ivi, 1620, da Pistoia il bellissimo soffitto ligneo a cassettoni policromi; al centro si trova la Madonna, mentre ai lati i santi Pietro e Paolo.